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Depressione e ansia possono essere causa delle malattie coronariche?
06/03/2011
La Spezia. Approfondire la natura del legame fra depressione ed ansia e malattia coronarica: è questo il tema del progetto di ricerca biennale avviato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia e alla collaborazione con l’Università di Pisa e l’Asl 5. A presentare lo studio, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Fondazione Matteo Melley, il direttore del Dipartimento Cardiotoracico e Vascolare dell’Università di Pisa Alberto Balbarini, Stefano Pini, professore del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa, Gianfranco Mazzotta, direttore della Struttura Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Sant’Andrea, Daniele Bertoli, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia di Sarzana e Francesco Bovenzi, direttore di Cardiologia dell’Ospedale Campo di Marte di Lucca. L’obiettivo fondamentale della ricerca è chiarire se malattia coronarica e depressione siano le manifestazioni di un comune substrato genetico e/o biologico, oppure se l'una aumenti il rischio dell'altra (o viceversa) ed eventualmente quali meccanismi fisiopatologici siano alla base di questa associazione. La Fondazione ha messo a disposizione 160 mila euro, che consentiranno di realizzare sul territorio uno screening per la depressione nei pazienti affetti da patologie ischemiche coronariche.
L’impegno della Fondazione nella ricerca scientifica si inserisce nel quadro generale di intervento di tutte le fondazioni di origine bancaria, che hanno investito complessivamente in questo settore circa 200 milioni di euro, pari al 14,50% degli importi totali erogati. (Fonte: Acri, Quindicesimo rapporto sulle fondazioni di origine bancaria, relativo all’anno 2009). In questo ambito la Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia ha inteso privilegiare progetti di ricerca che indagano patologie o fenomeni socio-sanitari che hanno una forte ricaduta nel territorio. Negli ultimi tre anni sono stati stanziati circa 1 milione e 600 mila euro, di cui 300 mila nel 2011, a favore delle attività di ricerca realizzate in collaborazione con le Università di Pisa, Genova e Parma e con l’ASL n. 5 spezzino e ASL n. 1 Massa Carrara. Ad oggi, sono tredici gli studi di durata pluriennale in essere sul nostro territorio.
La Fondazione, inoltre, continua a contribuire a sostenere le strutture ospedaliere locali tramite il finanziamento di contratti di formazione specialistica, in grado di dotare gli ospedali locali di personale umano, intelligenze e competenze, messe a disposizioni dalle Università, nell’intento che un domani queste eccellenze possano rientrare nell'organico della Sanità pubblica locale. Per queste attività la Fondazione ha messo a disposizione nell’ultimo triennio un importo complessivo di 340 mila euro.
Il progetto “Ansia e depressione come fattori di rischio di malattia coronarica” è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie, il Dipartimento Cardiotoracico e Vascolare e quello di Biologia dell’Università di Pisa. La ricerca è coordinata dal professore Alberto Balbarini, direttore del Dipartimento Cardio Toracico e Vascolare dell’Università di Pisa, e il professore Stefano Pini, professore del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa. L'ipotesi del presente studio è che la depressione sia un predittore indipendente di eventi cardiaci maggiori - infarto del miocardio, ospedalizzazione per angina instabile o intervento di rivascolarizzazione urgente - o di mortalità in pazienti con sindromi coronariche acute. In un periodo di 12 mesi, saranno reclutati 600 pazienti cardiologici: 200 nell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia Ospedale Sant’Andrea, 200 nell’Unità Operativa di Cardiologia Riabilitativa Ospedale San Bartolomeo di Sarzana e 200 nell’Unità Operativa di Cardiologia Ospedale di Lucca. Lo studio si compone di due fasi: screening e valutazione baseline (12 mesi) e studio di follow-up (12 mesi) Tutte le valutazioni dei pazienti reclutati saranno effettuate da personale opportunamente addestrato. Lo studio prevede inoltre la valutazione dei parametri biologici nei pazienti reclutati che saranno analizzati presso il Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie, il Dipartimento Cardiotoracico e quello di Biologia dell’Università di Pisa. Si prevede che la ricerca, una volta portata a compimento, possa avere importanti implicazioni sul piano della prevenzione primaria e secondaria della cardiopatia ischemica e della depressione, con ricadute notevoli sul territorio.